Sono mediamente 25 milioni i turisti che ogni anno visitano Venezia, pronti a sgomitare per farsi spazio quotidianamente attraverso le suggestive strade, ponti e canali. Il suo tessuto urbano unico al mondo è preso d’assalto 365 giorni all’anno, in molti casi da visitatori mordi e fuggi agguerriti e fermamente intenzionati a scattare un selfie nelle sue location più famose e ad assaporare le sue romantiche atmosfere. Molto è stato già scritto e detto a proposito dell’intenso sfruttamento turistico di una città che, per motivi storici e geografici, da decenni è sempre in precario equilibrio e lotta per la sua sopravvivenza, con enormi difficoltà nel gestire flussi di entrata decisamente sproporzionati rispetto alla sua effettiva capacità di accoglienza. I prezzi decisamente salati di Venezia, dai ristoranti agli hotel, dai vaporetti all’uso dei servizi igienici pubblici, sono in effetti uno dei ricordi meno piacevoli che i turisti riportano a casa, e per molti la tanto attesa visita di Venezia si trasforma in un vero e proprio salasso.
Con un po’ di accortezza e preparazione, tuttavia, si possono minimizzare gli inconvenienti e optare per una vacanza smart, persino in una delle mete più famose del turismo di massa.
Con questo spirito, abbiamo deciso di stilare qui una piccola lista di cosa vedere gratis a Venezia, partendo alla scoperta della città lagunare senza spendere un euro. Se in alcuni casi si tratta di assoluti classici, altre si trovano al di fuori delle rotte più battute dai turisti, e quindi visitarle vi darà la possibilità di conoscere Venezia da un’altra prospettiva, respirando e vivendo inaspettati preziosi momenti di tranquillità. Pronti?
1 – Basilica di San Marco
La splendida Basilica di San Marco, dati alla mano, è uno dei panorami più condivisi sui social, e con il suo inconfondibile campanile e le sue cinque cupole, rappresenta di fatto il simbolo – insieme all’adiacente Palazzo Ducale che si affaccia su Piazza San Marco – della magnificenza di Venezia nei mille anni di vita della Repubblica della Serenissima. Stando così le cose, ci si potrebbe aspettare di dover pagare per entrare, mentre l’ingresso alla cattedrale, la cui costruzione ebbe inizio nel X secolo per custodire le spoglie dell’evangelista Marco trafugate da Alessandria d’Egitto da due mercanti veneziani, è gratuito. Già all’esterno, e soprattutto una volta entrati, potrete ammirare sontuosi mosaici realizzati da artisti orientali usando tessere dorate, raffiguranti temi tratti dall’Antico e Nuovo testamento, nonché figure allegoriche e altre significative testimonianze della storia, delle aspirazioni, della fede di Venezia, parallelamente all’evolversi dei linguaggi e delle tendenze che hanno caratterizzato la sua arte fin dalle sue origini greco-bizantine.
La fila per accedere alla basilica di San Marco è sempre lunga, con tempi medi di attesa intorno alla mezz’ora. Se preferite non perdere tempo per entrare, sono disponibili a pagamento appositi biglietti ‘salta-la-fila’, pensati per i turisti che so trovano a visitare la città nei periodi di maggiore affluenza, durante il Capodanno e il Carnevale. La durata della visita all’interrno della Basilica è di circa 10 minuti, e va ricordato che l’accesso è consentito solamente se si è vestiti in maniera consona alla sacralità del luogo. Accertatevi di avere le spalle coperte, se non volete essere costretti ad affittare dei coprispalle prima di entrare. Le foto e i video sono inoltre proibiti, così come i bagagli o borse voluminose, che possono essere lasciati nell’ Ateneo San Basso, in Piazzetta dei Leoncini, a poca distanza dalla Basilica.
2. Santa Maria della Salute – Nozze di Cana del Tintoretto
Fin dal 1631, i veneziani si recano ogni anno il 21 novembre a visitare la Basilica di Santa Maria della Salute, situata di fronte a San Marco. Il significato di questo gesto assume un’importanza rituale giacché la chiesa venne edificata dall’architetto Baldassarre Longhena in forma di ringraziamento alla Vergine Maria per la fine della terribile pestilenza che aveva decimato la popolazione. In questa data gli abitanti di Venezia, ma non solo, sono soliti attraversare un ponte sul Canal Grande costruito appositamente per la ricorrenza, ed entrare per accendere una candela, pronunciare una preghiera o semplicemente fare un giro tra i banchi di dolciumi che ogni anno vengono allestiti intorno alla Basilica.
La Chiesa è ad accesso libero, e salvo particolari celebrazioni liturgiche può essere visitata ogni giorno (9.30-12 e 15-17.30), ma se siete fermi nel vostro proposito di conoscere il meglio di Venezia senza spendere un centesimo, tenete a mente la data del 21 novembre, perché in questo giorno potrete accedere gratuitamente anche alla sua Sagrestia, che custodisce tesori pittorici di inestimabile valore. Tra questi, importanti opere di Tiziano quali il ‘San Marco in trono, con i santi Cosma, Damiano, Sebastiano e Rocco‘, ‘Caino ed Abele‘ e ‘Il sacrificio di Abramo ed Isacco‘, ma soprattutto la grande tela (di circa 4 metri per 5) del Tintoretto intitolata ‘Le nozze di Cana‘ , il cui restauro si è concluso nel 2017 dopo 18 mesi di lavori, e che secondo alcune recenti riletture conterrebbe anche un autoritratto del pittore stesso. L’importanza dell’opera, anche rispetto all’omonimo dipinto realizzato dal Veronese, sta nel fatto che Tintoretto rappresenta la tavolata in senso longitudinale, spostando l’asse della prospettiva sulla sinistra, dimostrando così innovazione e una rottura con i dogmi della tradizione pittorica precedente.
3. Biblioteca Marciana
Nel 1362 il poeta Francesco Petrarca decise di donare i suoi libri alla Repubblica della Serenissima, affinché andassero a comporre il nucleo di una collezione a disposizione di studiosi e amanti della letteratura e della cultura. Fu solo nel 1468, quando il cardinale e umanista bizantino Bessarione donò alla città la sua collezione di circa 750 codici greci e latini, manoscritti e opere stampate, che la città di Venezia iniziò a progettare la costruzione della propria biblioteca pubblica, avviando i lavori nel 1537 sulla base di disegni di Jacopo Sansovino.
La Biblioteca Marciana custodisce importanti manoscritti, come ad esempio il Breviario Grimani, risalente al ‘500, il Mappamondo di Fra Mauro ed alcuni libri realizzati dall’editore, grammatico e umanista Aldo Manuzio. Al primo piano della Biblioteca potrete ammirare il Vestibolo, con un soffitto che ospita il dipinto ‘La Sapienza’ di Tiziano, e la sala della Libreria, con una volta divisa in ventuno tondi, tutti dipinti da sette pittori scelti da Tiziano e dallo stesso Sansovino: i dipinti più famosi sono di Paolo Veronese, mentre alle pareti sono appesi ritratti di famosi Filosofi, alcuni dei quali realizzati dal Veronese e dal Tintoretto.
4 – Ghetto ebraico
La fortuna di Venezia nell’antichità si fondava sui commerci, e sul fatto di costituire un centro importante di scambi fra l’oriente e l’occidente. I primi ebrei giunsero nella Repubblica della Serenissima all’inizio del XI secolo, e nonostante la loro presenza fu in alcuni periodi ostacolata, essi erano fondamentali per l’economia della Serenissima, giacché ai cristiani era fatto divieto di prestare denaro a pegno, attività che invece venne svolta fin dall’inizio dalla comunità ebraica. Nel 1516 il governo decretò che gli ebrei dovesser vivere tutti nella stessa zona, e dopo aver espropriato la zona alle famiglie che la abitavano, li relegò in un’isola della parrocchia di San Girolamo, a Cannaregio, dove si trovavano le fonderie (i ‘geti’ o ‘gheti’, in dialetto veneziano, termine che sarebbe di fatto alla base dell’etimologia della parola ghetto), sottoponendoli a numerose regole restrittive. Nasceva così il primo ghetto d’Europa, ricco però di sinagoghe – anche dette ‘Scole – erette tra il ‘500 e ‘600 dai diversi gruppi etnici che componevano la comunità, proveniente soprattutto dall’Europa Centrorientale.
Il ghetto ebraico di Venezia, situato nella parte settentrionale della città, si divide in tre aree distinte, ovvero ghetto vecchio, ghetto nuovo e ghetto nuovissimo. Nonostante il nome, il più antico è proprio il ghetto nuovo, che sorge su isola circondata da canali e dove si insediarono i primi ebrei ashkenaziti. Nell’epoca in cui il ghetto era soggetto a norme segregatorie, i ponti venivano chiusi a mezzanotte con dei cancelli e riaperti al mattino. Con l’arrivo di nuovi gruppi di ebrei – gli italiani, ponentini provenienti da Spagna e Portogallo e levantini (provenienti dalla Grecia) – la popolazione aumentò vertiginosamente saturando in poco tempo la zona. Traccia di ciò si vede ancora negli edifici, tra i più alti della città (fino a otto piani) e con soffitti mediamente più bassi rispetto alle altre zone, proprio per poterne sfruttare al massimo la capacità abitativa. La zona in cui venivano confinati gli ebrei sarebbe poi cresciuta con l’incorporazoione dell’area del ghetto vecchio e del ghetto nuovissimo.
Anche a seguito delle deportazioni avvenute durante la Seconda Guerra Mondiale, sono oggi pochi gli ebrei che ancora abitano nel ghetto di Venezia, mentre ancora viva è la tradizione gastronomica Kosher, che insieme alla presenza delle antiche sinagoghe conferisce all’area un fascino del tutto particolare. Uno degli aspetti che certamente apprezzerete maggiormente, passeggiando per le strade e per i ‘campi’ del ghetto, è la pace e tranquillità che contrasta nettamente con il trambusto delle zone di Venezia situate lungo gli itinerari turistici più classici.
5. Terrazza del Fondaco dei Tedeschi
Chiudiamo la nostra mini guida su cosa vedere gratis a Venezia suggerendovi di visitare il Fondaco dei Tedeschi. Eretto nel 1228, e situato ai piedi del Ponte di Rialto di fronte al mercato del pesce, il Fondaco dei Tedeschi è uno degli edifici più grandi e riconoscibili di Venezia. Originariamente veniva utilizzato come avamposto commerciale e magazzino per i mercanti tedeschi, poi come dogana sotto Napoleone e infine come ufficio postale durante il fascismo. Rappresentato dal Canaletto e da altri maestri, fotografato innumerevoli volte come imponente sfondo del celebre ponte di Rialto, il Fondaco (il termine viene dall’arabo funduq, che significa casa-magazzino) è un importante simbolo e testimonianza dell’epoca mercantile veneziana, la cui importanza è diminuita parallelamente al progressivo spopolamento di Venezia. Dopo anni di abbandono, l’intera struttura è stata sottoposta a un radicale intervento di restauro, guidato dall’archistar olandese Rem Koolhas, ed è stato trasformato in store di lusso, integrando le vecchie strutture affacciate sul Canal Grande con elementi più moderni.
Il fiore all’occhiello del Fondaco, a meno che non siate interessati a fare shopping spendendo cifre da capogiro, è la terrazza dalla quale si gode di una vista incomparabile sul Canal Grande e di una prospettiva unica su tutta la città lagunare. La visita alla terrazza dura 15 minuti, possono accedere 80 persone per volta, e va prenotata in anticipo all’apposita pagina o mediante gli i-pad posizionati al terzo e quarto piano.
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