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Sixt Autonoleggio Magazine

Consigli di viaggio e notizie da Sixt Autonoleggio

MiMoto – Lo scooter sharing elettrico Made in Italy

Da qualche anno a questa parte, il mondo dell’automotive sta cercando di trovare soluzioni alternative che possano permettere spostamenti più efficaci e sostenibili. Auto ibride e scooter sharing elettrico sono solo alcune delle diverse alternative proposte dai vari progetti di mobilità sostenibile.

Nel concetto di mobilità sostenibile si fanno rientrare tutti quei servizi messi a disposizione dei cittadini per ridurre le emissioni di CO2, migliorare la viabilità cittadina e tagliare i consumi energetici. Sta diventando sempre più fondamentale intervenire sui diversi sistemi di trasporto per proporre alternative valide per un trasporto pubblico che sia ad impatto zero.

SIXT ha già aderito a quest’iniziativa con la sua proposta di scooter sharing elettrico disponibile a Berlino, Monaco di Baviera e Amburgo. Ma non è l’unica società che ha proposto una soluzione alternativa su 2 ruote.

Da un paio di anni a questa parte, MiMoto sta portando il suo contributo alla mobilità alternativa con un progetto che unisce sostenibilità e made in Italy.

Mimoto

Cos’è MiMoto e come funziona?

MiMoto è il primo servizio made in Italy di scooter sharing elettrico a flusso libero, ovvero senza limiti di stazioni di ricarica.

Usufruire del servizio è semplicissimo! Dopo aver installato l’App sul tuo smartphone, iscriviti ed esplora la mappa per trovare lo scooter più vicino a te: ti basterà un click per prenotarlo.

Dopo averlo sbloccato, sempre tramite App, ti basterà mettere il casco e partire per raggiungere la tua destinazione in modo rapido, divertente ed ecologico.

Com’è nata l’idea di MiMoto?

L’idea di MiMoto nasce dalla caparbietà di tre lavoratori “fuori sede”, ognuno con il suo background professionale, che volevano proporre in Italia un servizio di sharing ecosostenibile.

“Davanti ad un pollo fritto” racconta Vittorio Muratore, uno dei fondatori “abbiamo cominciato a pensare ad una soluzione che potesse aggiungersi come alternativa sostenibile e pratica ai mezzi di trasporto pubblico già esistenti”.

Dato il grade successo che sta avendo nel mondo il servizio dello sharing, l’idea è stata quella di proporre un servizio di scooter sharing elettrico.

Lo scooter, soprattutto in Italia, fa ormai parte dell’immaginario collettivo ed è sinonimo di spostamenti pratici e veloci nel contesto urbano. L’idea di uno scooter sharing elettrico era l’ideale per unire la tradizione e l’innovazione in un unico oggetto.

Qual è stato l’impatto che ha avuto nel contesto italiano MiMoto?

“Siamo stati i first mover su Milano dove abbiamo creato uno dei mercati dello scooter sharing elettrico più grandi nel mondo“.

Infatti grazie a MiMoto, lo scooter sharing elettrico è stato in grado di modificare gli usi e le abitudini degli italiani, guadagnadosi di diritto un posto nel paniere Istat.

L’impatto di MiMoto nel contesto italiano è stato così forte che, dopo il lancio su Milano, MiMoto è riuscito a espandere i suoi confini anche nei Comuni di Torino e di Genova.

“Siamo sempre stati accolti a braccia spalancate perchè siamo un servizio che genera vantaggi sia all’utente che alle città che ci ospitano. Infatti MiMoto non è solo un progetto di mobilità, ma vuole anche aiutare a combattere la lotta all’inquinamento atmosferico e acustico, la riduzione del traffico e aiutare ad aumentare gli spazi di parcheggio migliorando così la vita nel contesto urbana”.

Avete riscontrato delle difficoltà?

Come per ogni progetto, le difficoltà ci sono sempre.

“Dalla genesi dell’idea al primo scooter giallo messo su strada, noi founders ci siamo trovati a far fronte a tutte una serie di sfide: dalla scelta del mezzo più sicuro e affidabile attraverso test mirati, validazione del progetto attraverso interviste e studi di settore, studio di una user experience unica, reperimento di capitali in un contesto sicuramente non particolarmente fertile per le start up e, nondimeno, affrontare la sfida dell’essere imprenditori under 30 in un sistema che si fida più della barba bianca piuttosto che dei giovani intraprendenti”.

Per non parlare poi dell’impatto con le “tradizioni”: dalle vecchie compagnie di viaggio, che si oppongono all’innovazione, fino a dover scontrarsi con un Codice stradale scritto quando ancora il concetto di sharing non esisteva.

“Se per esempio un utente viene trovato senza casco su un nostro scooter, chi ne paga le conseguenze siamo noi con un sequestro del mezzo di 60 giorni, quando invece lavoriamo ogni giorno per sensibilizzare la cittadinanza su temi come la sicurezza stradale“.

Quanto e come credete che il vostro progetto possa espandersi nella penisola?

In meno di due anni, MiMoto è riuscito a portare i suoi scooter in ben tre città italiane.

“Ma questo è solo l’inizio!” dice Vittorio “La cultura sta cambiando, lo abbiamo visto soprattutto da come ci hanno accolti nelle diverse città. Il nostro obbiettivo è quello di espandere il progetto dello scooter sharing elettrico anche in altre città e diventare il player di riferimento del mercato italiano della micromobilità“. 

Credete che ci possa essere uno sviluppo rilevante nel settore della mobilità sostenibile in Italia?

In Italia, purtroppo, la mobilità sosteniblie non ha ancora preso piede come in altri paesi europei.

Nel resto del mondo, sono già molte le città che si stanno adoperando per promuovere uno stile di trasporti alternatico. Helsinki, Budapest e Lubiana sono solo alcune delle città che già hanno adottato misure di mobilità sostenibile, implementando le piste ciclabili, sostituendo i bus pubblici con mezzi dalla motorizzazioni più efficienti e sostenibile o implemento infomobilità proponendo un’articolata rete di trasporti.

“Sono certo che il concetto di scooter, utilizzato soprattutto in città nelle brevi distanze, cambierà radicalmente e prevedo una sostituzione del vecchio parco scooter endotermico con dei mezzi elettrici a breve“.

Per quanto riguarda le 4 ruote, il passaggio potrebbe richiedere più tempo.

Non solo infatti gli italiani sono ancora molto affezionati all’idea dell’auto privata, che rende l’alternativa dello sharing ancora poco concreta, ma anche perchè, al momento, non sono state trovate delle opzioni valide che possano affrontare distanze molto lunghe senza aver bosogno di una ricarica.

Nonostante questo, MiMoto e molti altri progetti si impegnano ogni giorno per abbinare i concetti di mobilità sostenibile e mobilità condivisa per salvaguardare il pianeta e rendere la nostra vita migliore.

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